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Ex clinica San Giorgio, l’amianto non c’è ma il degrado rimane

Alcune insegnanti della scuola vicina hanno fatto svolgere dei campionamenti nell'aria che hanno escluso la presenza di particelle di amianto, e anche i primi riscontri informali della polizia locale porterebbero ad escludere tale rischio, ma la struttura rimane fatiscente.

Ex clinica San Giorgio, l’amianto non c’è ma il degrado rimane 20 Novembre 2017Lascia un commento

Sono nato nel 1982 a Roma, e sono sempre vissuto, e vivo tuttora, nel quartiere Balduina, a cui sono molto affezionato e che considero uno dei migliori della città, ma di cui, al tempo stesso, conosco pure i difetti e gli aspetti che andrebbero migliorati.

La Balduina, come abbiamo visto, è un quartiere generalmente piuttosto elegante e signorile, e lo è anche uno dei suoi viali principali, ossia viale Medaglie d’Oro, lungo il quale, però, ci si può imbattere, al numero 142, quasi all’incrocio con viale Tito Livio, in un edificio totalmente fatiscente e immerso nel degrado: è l’ex clinica San Giorgio, che fino al 2007 è stato, per quasi cinquant’anni, un polo oncologico d’eccellenza, con trenta posti letto, fino al fallimento della società Selene Srl, che ne era la proprietaria. Pochi anni dopo, la proprietà presenta un progetto di riqualificazione, che però si blocca perché l’edificio è inserito nella Carta per la qualità, ossia fra gli immobili posti a vincolo e sottoposti ad un regime speciale di tutela. Nel frattempo, però, la palazzina inizia ad andare sempre più in rovina e a diventare il rifugio occasionale di qualche senzatetto, e la facciata principale viene persino deturpata da delle specie di murales. A marzo 2011, l’ex casa di cura è stata anche oggetto di un’occupazione-lampo, durata poche ore, da parte di un centinaio di persone del Comitato popolare di lotta per la Casa. Nel 2013 il Comune, durante l’amministrazione Alemanno, convoca la proprietà per intimare la messa in sicurezza dell’edificio, la muratura di porte e finestre e soprattutto la rimozione dell’amianto, ma tali impegni, poi, non verranno mantenuti. I “giovani democratici” di Balduina lanciano anche una petizione, che raccoglie migliaia di firme, per chiedere che, dopo la ristrutturazione, una parte della palazzina venga adibita ad uso sociale e pubblico. Resta poi la questione dell’amianto: secondo i residenti della zona, infatti, le lastre di eternit presenti nella struttura starebbero iniziando a deteriorarsi, con i relativi rischi per la salute di quanti abitano li vicino, considerando che, a pochi metri da lì, si trova il centro educativo Maria Montessori, che comprende un asilo nido, una scuola materna e una elementare, e poco più lontano, la scuola delle suore Immacolatine.

Secondo quanto riportato dall’agenzia DIRE (www.dire.it), alcune maestre del centro educativo Maria Montessori hanno però incaricato, meno di un mese fa, un’azienda specializzata di svolgere dei campionamenti dell’aria, e, tramite essi, sarebbe stato possibile escludere ogni rischio espositivo, per quanti frequentano la scuola o l’area circostante. Dopo l’inchiesta della stessa agenzia, inoltre, anche il XIV Municipio si sarebbe interessato dell’ex clinica, e avrebbe fatto allontanare da essa gli occupanti abusivi e ordinato alla proprietà la bonifica completa e la messa in sicurezza dello stabile, mentre anche i primi riscontri informali della polizia locale porterebbero ad escludere la presenza di lastre che sprigionerebbero amianto. La struttura, comunque, è ancora fatiscente e in uno stato di totale abbandono e degrado, come ho potuto verificare io stesso recandomi sul posto: i vetri di molte finestre sono rotti, in alcuni casi esse non ci sono proprio più, persino sull’ingresso principale di viale Medaglie d’Oro vi sono calcinacci e rifiuti, mentre, dal lato di via Titio Livio, nel giardino retrostante, si intravedono vecchi materassi, porte rotte, altri calcinacci, rifiuti vari e tracce di presenze umane, come cocci di bottiglia e persino una bambola, e si sente un cattivo odore, come di escrementi. Al momento i cancelli sono chiusi con delle catene, ma, soprattutto dal lato di viale Tito Livio, non sembra difficile scavalcare per introdursi nell’ex clinica. Si spera, dunque, che vi sia un rinnovato interesse delle istituzioni competenti a questa struttura, affinché magari si riesca, una volta per tutte, a portarla dalle condizioni di estremo degrado in cui versa in un luogo, invece, “rimesso a nuovo” e riqualificato e che possa avere anche una sua utilità per il quartiere e per la città.

 

Sono nato nel 1982 a Roma, e sono sempre vissuto, e vivo tuttora, nel quartiere Balduina, a cui sono molto affezionato e che considero uno dei migliori della città, ma di cui, al tempo stesso, conosco pure i difetti e gli aspetti che andrebbero migliorati.

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