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Il cambiamento climatico va fermato subito o sarà troppo tardi

La cappa di smog che sta avvolgendo da diversi giorni molte città dell'Italia settentrionale è solo uno dei tanti segni di quanto stiamo avvelenando il pianeta, mentre è indispensabile iniziare ad averne più cura.

Il cambiamento climatico va fermato subito o sarà troppo tardi 24 Ottobre 2017Lascia un commento

Sono nato nel 1982 a Roma, e sono sempre vissuto, e vivo tuttora, nel quartiere Balduina, a cui sono molto affezionato e che considero uno dei migliori della città, ma di cui, al tempo stesso, conosco pure i difetti e gli aspetti che andrebbero migliorati.

In questi giorni, diverse città dell’Italia settentrionale si sono ritrovate avvolte da una fitta coltre di smog, che la perturbazione che, domenica, ha interessato le medesime regioni, portando un pò di pioggia a Milano e del vento forte a Torino, ha potuto diradare solo in parte, e, con il ritorno dell’alta pressione, previsto per mercoledì, la situazione potrebbe di nuovo peggiorare. Sabato, nel capoluogo lombardo, il livello di polveri sottili aveva raggiunto addirittura il picco di 128,7 microgrammi al metro cubo, ossia oltre il doppio della soglia considerata “limite” di 50mcg, e il Comune, oggi, ha quindi introdotto ulteriori blocchi del traffico. Situazione critica anche a Torino, dove il livello di Pm10 era arrivato a 114 mcg/mg, e aveva spinto il Comune ad istituire il divieto di circolazione per i veicoli diesel Euro 3, 4 e 5.  La questione dell‘inquinamento atmosferico va ad intrecciarsi con un altro grave problema, di cui è causa ed effetto al tempo stesso, ossia quello dei cambiamenti climatici, visto che una tale concentrazione di smog nell’aria è dovuta anche alla carenza di piogge, persino in una stagione come quella autunnale: da gennaio a metà ottobre sarebbero quindi ben 25 (di cui 24 al nord) le città che hanno superato per più di 35 giorni il limite di 50 mcg/mc di polveri sottili.

Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), ogni anno nel mondo 12,6 milioni di persone muoiono per malattie legate all’inquinamento ambientale, e, secondo l‘Aea (Agenzia Europea per l’Ambiente), l’Italia detiene il primato in Europa per morti causate da tali fattori, che, nel 2012, sarebbero state 84.400. Drammatico è anche l’impatto dei cambiamenti climatici sulla popolazione umana, visto che, sempre secondo l’Oms, nel 2000 si sono verificati 150mila decessi collegati ad essi, che potrebbero arrivare a 250mila nel 2040. Il fatto che il clima stia cambiando, che il riscaldamento globale sia sempre maggiore, lo possiamo nel nostro piccolo osservare noi stessi, in Italia, dove, a inizio agosto, il termometro ha toccato e talvolta superato per alcuni giorni i 40 gradi in diverse città, mentre per diverse settimane consecutive non ha piovuto, al punto che, a Roma, si è arrivati a un passo dal dover razionare il consumo di acqua, e anche in questa prima parte di autunno ha piovuto pochissimo, e quando lo ha fatto vi sono stati, però, acquazzoni e nubifragi violenti, che, a Livorno, hanno causato la morte di otto persone.

Gli effetti più devastanti dei cambiamenti climatici si stanno però già avendo in altre aree del mondo, in particolare in Africa e in Asia, dove avanza la desertificazione, che chiaramente rende impossibile coltivare la terra e porta così a morire di fame, o ad essere costrette ad emigrare, milioni di persone, ma, alla lunga, essa potrebbe interessare anche le regioni dal clima più temperato, tra cui l’Italia. Secondo l’Onu, all’inizio del prossimo secolo la temperatura media globale sarà superiore di ben quattro gradi rispetto ad adesso, ma, secondo le ipotesi più pessimistiche, i gradi in più potrebbero essere addirittura otto. Inoltre, con lo scioglimento dei ghiacciai causato dal riscaldamento globale, si rischia, entro la fine del secolo, un innalzamento degli oceani di 1,2 metri nella migliore delle ipotesi, che, nella peggiore, sarebbero addirittura 3, con l’acqua che arriverebbe quasi a sommergere tutte le città che sorgono sul mare. Anche Papa Francesco, lo scorso 16 ottobre, intervenendo alla Fao in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione, ha evidenziato come siano le guerre e i cambiamenti climatici a ridurre alla fame intere popolazioni, e ha citato fra gli “strumenti giuridici necessari” per affrontare questi ultimi l‘accordo di Parigi sul clima approvato a dicembre 2015, “dal quale, però, alcuni si stanno allontanando“, ha poi aggiunto: un riferimento abbastanza chiaro al nuovo presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che aveva annunciato l’intenzione del suo paese di ritirarsi da tale accordo, a meno che questo non fosse riuscito ad ottenere condizioni più favorevoli.

E’ chiaro, infatti, che spetterebbe in primo luogo al leader di una delle nazioni più ricche ed industrializzate (e anche più inquinanti) del pianeta fare qualcosa per rallentare questa corsa alla distruzione dello stesso, ed il fatto che il neo-presidente americano sembri totalmente insensibile a questi argomenti non è per niente positivo, tuttavia, alla fine, siamo un po’ tutti chiamati ad adoperarci, nel nostro piccolo, per salvare la Terra e quindi, in definitiva, l’umanità stessa, intanto iniziando a prendere coscienza del problema, quindi cercando noi stessi di avere uno stile di vita attento all’ambiente, ad esempio riducendo gli sprechi energetici, evitando di utilizzare l’automobile quando ne potremmo fare a meno, facendo correttamente la raccolta differenziata o riciclando gli oggetti che si possono riutilizzare, e, per quanto possibile, assicurandoci che i partiti ed i politici dai quali scegliamo di farci rappresentare condividano, almeno in parte, queste idee. L’importante, però, è che, a tutti i livelli, si inizi ad agire subito, perché il pianeta è già malato, e non si può aspettare ancora per averne cura, o si rischia la catastrofe.

Sono nato nel 1982 a Roma, e sono sempre vissuto, e vivo tuttora, nel quartiere Balduina, a cui sono molto affezionato e che considero uno dei migliori della città, ma di cui, al tempo stesso, conosco pure i difetti e gli aspetti che andrebbero migliorati.

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